Gazometro di Roma, archeologia industriale e arte moderna.
Roma [ENA] Testimone del tempo, uno scheletro di ferro che ha prestato la sua silhouette (90 metri di altezza e 60 di diametro, soprannominato “Colosseo industriale” o “Colosseo moderno"), come sfondo cinematografico a diversi film, da Pasolini per il suo celebre "Accattone" a Özpetek per "Le fate ignoranti".
Il Gazometro di Roma venne progettato con lo stabilimento del gas nel 1909, all'epoca del sindaco Ernesto Nathan. Questa mastodontica struttura in ferro fu montata dalla società genovese Ansaldo e dalla tedesca Klonne Dortmund tra il 1935 e il 1937. Non era solo, ma in compagnia di altri tre gasometri, uno divenne impianto di riduzione pressione gas, gli altri presero forma un edificio tecnico con centrale termica e locali deposito e anche ad un parcheggio multipiano. La Samuel Cuttler & Sons di Londra tra il 1910 e il 1912 costruì gli altri 3 gasometri. Rappresentava il più grande gasometro d'Europa. Dopo la dismissione e l'eliminazione del cilindro cavo, la sua struttura, che è uno scheletro gigantesco di ferro, mantiene tanto "fascino".
Oggi fa parte del paesaggio urbano della città, nel quartiere Ostiense e rappresenta una viva testimonianza di "archeologia Industriale". In questa parte della città, già alla fine dell’Ottocento sorgevano i primi insediamenti industriali, successivamente alla costruzione del Ponte dell’Industria, che permetteva al treno (Roma-Civitavecchia) di oltrepassare il Tevere. Con il sindaco Nathan si ebbe, nei primi del Novecento, il rilancio definitivo del quartiere con il porto fluviale, gli annessi magazzini generali, la Centrale Montemartini e lo stesso gasometro. Negli anni Sessanta, il Gazometro fu pian piano dismesso ed è diventato un simbolo imprescindibile nello skyline della città, nel ricordo, nel fascino e nella cultura della gente.