
Scorrettissimo me. Per un futuro immenso repertorio
Teatro Gerolamo [ENA] I soggetti cambiano ma sono incessantemente nello stile di Paolo ancorati all’attualità: dalla pandemia e le modifiche dei virus, all’ultima guerra europea, alla crisi economica, “Mancano solo gli alieni. Gli zombie abbondano già da un po’ e li incontriamo quotidianamente” puntualizza Rossi. Il protagonista sussegue una carrellata di eventi che stanno caratterizzando questo nostro periodo storico.
Lo spettatore viene rapito dagli accadimenti della cancellazione della cultura e della memoria, sulla political corretta (la nuova censura), sul totalitarismo dell’unico pensiero, sui virus dell’informazione. Eventi che un cabarettista del grosso calibro il quale egli è, non può far finta di non notare. Sciolto, esplosivo, senza uno specifico genere e adattabile nell’allestimento scenico, l’opera è caratterizzata dall'essere considerata un evento più che uno schema replicato, questo perché si adatta a qualsivoglia territorio abbia il coraggio di accogliere una rappresentazione non riproducibile . Un teatro d’emergenza? Farneticazione strutturata? Serata illegale? Teatro che dona vita? Uno show pieno di quesiti.
L’essenza di tutto ciò la tiene l’attore, con la sua compagnia di personaggi che interpreta o richiama nelle sue fantastiche narrazioni, ma in maniera speciale c’è se stesso. Attore, persona e personaggio, con Paolo ti allontani dalle tradizionali rappresentazioni ed entri nel suo mondo fatato. “Ogni sera, in un teatro o in qualsiasi altrove lo possa diventare, il cantastorie si presenta al pubblico insieme ai suoi musicanti con il suo immenso repertorio. Con il coraggio di chi sa improvvisare e reinventare repertorio e racconti della sua stessa vita, domanda all’assemblea davanti a lui riunita: Quali sono i vostri bisogni, problemi, paure che con una storia o una cantata possiamo alleggerir?
Noi siamo genere di conforto, il sano intrattenimento indispensabile come la benzina necessaria per attraversare questi tempi difficili. Bisogno avete di rider, ballare, farvi una bella cantata in compagnia, cercar un nuovo compagno o aggiustare il vecchio. ECCOCI. E siamo disponibili pure per matrimoni, battesimi, feste di divorzio e funerali allegri. Avete perso l’ottimismo? Abbiamo due ore circa per ritrovarlo insieme”. Il drammaturgo si prende la briga di recitare col pubblico, e non al pubblico. Viene data la possibilità ai presenti in sala di intervenire, chiedere, interrompere, soprattutto mantenersi vigili. In questo teatro, la famosa quarta parete non esiste, perché non è lo stile di Rossi.
Ad accompagnare il nostro cantastorie c’è la colonna sonora eseguita rigorosamente dal vivo (e non dal morto) dai Virtuosi del carso (che più che musici sembrano una sua pattuglia acrobatica) che si adattano anch’essi al mutamento dello spettacolo. E se teatro assemblea deve essere teatro assemblea sia. Negli spettacoli di Rossi sono una presenza fissa a partire dal 2013, dove partecipano non solo come musicisti ma anche come performer e attori. Il maestro viene accompagnato da Emanuele Dell’Aquila (Chitarra), Alex Orciari (contrabbasso e basso elettrico), Stefano Bembi (fisarmonica). In scena a Milano dal 14 al 19 marzo, tante questioni aperte per ridere e riflettere, in un’intelligente fusione di teatro comico e sociale.